FRATELLI di un BAMBINO MALATO

Fratelli di un bambino malato. Un ruolo difficile che i genitori devono gestire al meglio
Di fronte a una malattia importante di uno dei nostri figli, la tendenza naturale è quella di riversare tutte le nostre attenzioni ed energie sul bimbo malato, trascurando spesso i fratelli sani. È normale che ciò accada, ma il rischio è trascinare l’intera famiglia in un abisso e rendere la situazione ancora più complicata. Ne abbiamo parlato con il Prof. Momcilo Jankovic, direttore del Day Hospital pediatrico dell’oncoematologia di Monza, centro Maria Letizia Verga
di Paola Scaccabarozzi
“La normalità. È questa la chiave di lettura e la modalità migliore per affrontare una situazione complessa come quella di una malattia grave, come un tumore – spiega il prof. Jankovic – Sembra un paradosso perché quando un figlio è malato in maniera seria, tutti gli equilibri saltano. La tendenza, umana e comprensibile, è quella di dedicare tutte le proprie energie al bimbo che non sta bene. E la normalità si scardina, totalmente. Ci si dimentica così persino di se stessi. Ciò che è apparentemente banale, o almeno lo era prima della diagnosi (azioni come fare la spesa o andare dal parrucchiere), viene messo in secondo piano. A questo proposito, ricordo una domanda estremamente eloquente che mi ha posto un bimbo di sei anni. Era un momento di calma e non facendosi vedere da nessuno, mi ha tirato il camice e mi ha chiesto: “dottor Jankovic, come mai la mia mamma è diventata così brutta?”. È un quesito che racchiude in sé un universo. La percezione di un bimbo che vede i propri genitori trascurati, stanchi, preoccupati non aiuta di certo. E non aiuta nessuno. Quel bambino, semplicemente osservando mamma e papà, ha avuto istantaneamente la netta sensazione di essere malato grave. E lo stesso sarà accaduto anche al fratello/sorella che già si sentiva messo da parte”.

COME MANTENERE UN CLIMA SERENO Dunque, che fare? “Creare un ambiente sereno, per quanto possibile – prosegue Jankovic – ritagliare tempo per sé, anche poco, ma qualche attimo è indispensabile e farà bene a tutta la famiglia. Dedicare attenzioni anche agli altri figli che ne hanno tutti i diritti. E anche nei periodi di lunga degenza ospedaliera è importante darsi il cambio con parenti, amici e volontari e lasciare la stanza d’ospedale, almeno per qualche ora, soprattutto se a casa c’è un altro bambino che ci aspetta. Non serve fare cose strabilianti. Basta una passeggiata al parco con il “fratellino sano”, è sufficiente un gelato, un momento in cui si sta soli con chi è stato, comprensibilmente, un po’ messo da parte. È importante anche curare se stessi e il proprio aspetto fisico. Esiste, infatti, un linguaggio non verbale, fatto di sguardi, di gesti, ma anche del modo in cui ci si presenta, ci si cura e ci veste che comunica molto di noi, di come stiamo e di com’è più in generale la situazione a casa nostra. Se ci lasciamo andare, diventiamo genitori depressi. Il bimbo malato se ne accorgerà e il fratellino che sta bene percepirà un’atmosfera ancora più tesa e pesante. È importante poi coinvolgere i fratelli, è bene spiegare loro qual è la situazione”.

COME PARLARE AI BAMBINI Come? “Io, come medico, – prosegue Jankovic – ho l’abitudine di fare un colloquio solo coi bimbi/ragazzi, senza genitori. E ne ho fatti almeno seicento. Lo faccio per rendere consapevole sia il bimbo malato che il fratello. Spiego a entrambi, con modalità diverse in base all’età e al carattere di ognuno, le componenti della malattia. I bambini, senza l’interferenza degli adulti, si sentono così liberi di esprimersi e di fare domande. E coinvolgere i fratelli significa far cadere le barriere, rendere la situazione più naturale e condivisa possibile. Vuol dire affrontare insieme sin dall’inizio la malattia con tutte le sue difficoltà. Il bambino sano deve essere informato. Così sarà in grado di comprendere meglio ciò che accade e non si sentirà messo da parte”.
(23 gennaio 2017)

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